Protezione giuridica

Mario inizia a frequentare il Centro Faroni a 11 anni, con una diagnosi di disturbo dello spettro autistico. I trattamenti abilitativi individuali sono integrati dalla partecipazione a gruppi di pari e dalla presenza di un educatore che lo accompagna in attività sul territorio. A 17 anni Mario frequenta il quarto anno di un istituto alberghiero, si sposta in autonomia con i mezzi di trasporto pubblico e ha acquisito notevoli capacità rispetto alla comunicazione, alle autonomie personali, alle abilità cognitive. Mario, però, ha ancora difficoltà nell’instaurare relazioni positive con i coetanei, nel comprendere i ruoli sociali e, quindi, nel riconoscere i rischi insiti nelle relazioni tra coetanei e con le figure adulte. Queste difficoltà l’hanno reso vittima di raggiri e di bullismo. La famiglia si rivolge allora al servizio di protezione giuridica dell’Associazione, che l’accompagna nella nomina di un amministratore di sostegno, che è per lui uno strumento di protezione quanto mai necessario. La mamma è nominata amministratrice di sostegno nella forma dell’assistenza: dal compimento della maggiore età, Mario compirà le proprie scelte insieme alla propria amministratrice, attraverso lo strumento della firma congiunta. Il percorso di Mario prosegue con successo: si diploma e avvia alcuni tirocini lavorativi. È assunto in un bar e decide di trasferirsi in un appartamento vicino al luogo di lavoro. La famiglia è presente durante tutto il percorso e lo affianca. Mantiene anche il supporto di un’educatrice che lo sostiene nelle scelte che si trova ad affrontare. Mario cresce anche nel rapporto con le altre persone, nella comunicazione e nelle relazioni. A 22 anni è lui, affiancato dalla mamma, che torna a rivolgersi all’Associazione perché ha desiderio e bisogno di assumere alcune decisioni con maggiore autonomia e percepisce come limitante la presenza di un’amministratrice di sostegno. Mario rivendica il diritto di emanciparsi, di poter effettuare le proprie scelte in autonomia e anche di poter sbagliare, assumendosi la responsabilità dei propri errori. Ha la consapevolezza di poter contare sulla propria famiglia e sugli operatori per ogni necessità di confronto e di sostegno. Sulla base degli incontri svolti con Mario, gli operatori redigono una relazione da cui emerge che “ha raggiunto i livelli di autonomia coerenti con l’età adulta e che appare in grado di svolgere autonomamente la cura dei propri interessi economici e personali” tanto che “la permanenza della misura di protezione rappresenta un forte limite alle sue autonomie che stanno evolvendo”. Tutti concordano sulla richiesta di revoca della misura, che è accolta anche dalla giudice tutelare “preso atto da una parte della raggiunta autonomia e dall’altra della necessità di dare maggior spazio alle istanze di autonomia e crescita del beneficiario”.